Riportiamo di seguito un breve scritto tratto dalla seconda edizione di Teomagia della consapevolezza (ed. Youcanprint 2018) che descrive un aspetto della Teomagia yogica:

 

"La disciplina teomagica che impone lo studio, l’esperienza e la conoscenza delle centododici Verità teomagiche impone già dall’inizio del percorso l’utilizazzione dei vari poteri che si manifesteranno nell’individuo in una direzione divina.

 

A nostro avviso nell’individuo che si appresta a terminare il percorso eroico (vira) e a diventare un essere divino (divya) non può esserci una consapevolezza teomagica senza quella yogica o viceversa. Ecco perché crediamo che la teomagia yogica sia la quintessenza di tutta la Teomagia. La disciplina teomagica è necessaria a prendere contatto e, infine, gestire le forze presenti nel Grande Agente. Non potrebbe esserci nessuno yoga senza un simile potere acquisito. Ma quando tutti i movimenti più sottili eterici sono stati domati dal teomago-eroe è chiaro che egli è pronto per la sua dissoluzione finale nella Pura Luce attraverso l’abolizione di tutte le vritti (modifiche) mentali e il riconoscimento di tutti i samskara (impressioni) che affiorano quando il Mare Magnetico è oramai calmo e cristallino. Solo a questo punto le centododici verità teomagiche si dissolvono nella Pura Luce di Dio. Questo per diverse ragioni. Primo perché il Mare Magnetico essendo stato stabilizzato e reso inattivo ha dissolto anche le leggi teomagiche che lo governavano. Secondo perché le stesse leggi sono state integrate nel proprio essere assorbendo quel seme centrale e buttando via la scorza esterna che non serve più come forma a se stante. Terzo perché quando le porte della Casa del Padre si spalancano davanti alla coscienza fusa nel divino si diventa strumento nelle mani di Dio. Noi che abbiamo visto quelle Porte spalancarsi sappiamo cosa vuol dire ora azione senza azione (Agente Divino di Volontà), volontà senza volontà, conoscenza senza conoscenza. Queste realtà o stati di essere divini non si possono spiegare senza l’esperienza diretta.

In questo stato divino dell’essere si compie tutto quello che occorre fare senza l’intervento del mentale. Si percepisce uno stimolo sottilissimo al Fare che proviene direttamente da Dio. Non c’è più un’azione pensata. Non c’è più una volontà individuale. Non esiste più una conoscenza “di veglia” che porta all’azione. Ma chi agisce nell’individuo in un simile stato è solo il divino intento.

 

[...]

 

 

Questo stato dell’essere già definito dalle Finalità teomagiche viene portato ancora più in alto con la quinta essenza della teomagia che abbiamo chiamato teomagia yogica perché lega in maniera definitiva la Mente alla volontà del Punto di Luce e si dissolve in Lui come il Figlio nel Padre.

 

 

 

 

Sadhana teomagico

 

 

 

 

 

 

 

La sadhana della teomagia si articola in cinque punti fondamentali:

 

1)      La disciplina è volta all’integrazione di tutte le Verità teomagiche all’interno del proprio essere. Il fatto stesso di aver padronanza delle centododici Verità teomagiche denota un lavoro svolto dall’intelletto superiore (buddhi) a contatto con i piani più alti e sottilissimi del Grande Agente. La parte mentale più bassa è controllata, diretta e guidata dalla buddhi che, pian piano, a contatto con la Pura Luce, prende possesso della prakriti. La domina con distacco attraverso la presa di coscienza dei più sottili movimenti del Mare Magnetico.

 

Il ciclo eroico comprende e realizza l’unificazione tra lo Spirito incarnato (Punto di Luce) e la Pura Luce stessa.

 

2)      Le tecniche teomagiche riunificano le diverse emanazioni olografiche (tattva) del Punto di Luce (Mente inferiore, Spirito solare e Anima lunare). Ricordiamo che l l’unico centro di coscienza unificatore all’interno della piramide teomagica è il Punto di Luce. Il centro di coscienza si stabilizza, man mano che la disciplina prosegue, nel Puno di Luce che è la forma propria (svarupa) della Coscienza stessa prima dell’intervento della Potenza separante involutiva (Maya-Shakti) ma che si “colora” della coscienza della triade con la quale è in contatto.

 

3)      Una volta acquisito il controllo e la direzione della Prakriti da parte della Pura Luce nel Punto di Luce è necessario il superamento delle Verità teomagiche attraverso l’abbandono all’unico Agente Divino di Volontà che è Dio stesso (Isvara pranidana). In questa fase le Leggi teomagiche cessano di esistere in quanto non c’è più un movimento riguardante il Mare Magnetico reso stabile dalla Luce Divina.

 

4)      Gli ultimi movimenti mentali (vritti) vengono dissolti attraverso la presa di coscienza della loro origine e provenienza(samskara). Una volta attuato ciò e dissolte le vritti lle Verità teomagiche si trasformano da cinetiche in potenziali.

Per attuare la stabilizzazione del mentale e dissolverlo nella Pura Luce a un livello più basso si può attuare il samyama sulle varie potenze espresse negli dèi della mitologia di tutto il mondo. Ciò va attuato sempre nella piena consapevolezza che queste potenze rappresentano forme particolareggiate provenienti dall’Unica Fonte divina."

 

Una diramazione della Teomagia yogica è la Teomagia scritturale. Anche qui riportiamo alcune righe tratte dalla seconda edizione del libro Teomagia della consapevolezza:

 

 

"In questo lavoro il teomago che funge da terapista deve andare a rintracciare le modificazioni della mente che spingono il cliente a una idea deformata della realtà. Tra le modificazioni della mente sono comprese:

 

- Le deformazioni teomagiche relative alla maniera di processare un’informazione in base alla propria carta di nascita.

 

- Le deformazioni teomagiche transgenerazionali che dipendono dal CED di appartenenza.

 

- Le deformazioni teomagiche che dipendono da altri CED.

 

- Altre eventuali deformazioni limitanti per la mente stessa.

 

- Le generalizzazioni, deformazioni e cancellazioni descritte dalla grammatica tranformazionale di Bandler nel suo testo “La struttura della magia”.

 

- Le vritti descritte da Patanjali nel suo “Yoga sutra”.

 

Tali deformazioni vanno individuate in fase di terapia e scritte, attraverso delle domande mirate da porre poche per volta, sul quaderno che passerà dal cliente al terapista. Questo metodo ha codesti vantaggi:

 

- Risulta veloce in quanto non c’è una perdita di tempo riguardo a futili depistaggi attuati dalla mente stessa del cliente.

 

- Va dritto al bersaglio cogliendolo nel profondo dell’essere.

 

- Permette al terapista di scovare con tranquillità ogni modificazione mentale.

 

. Permette al cliente un’introspezione calma e tranquilla nella sua sede casalinga e nel tempo più appropriato per lui"